Fiori di Bach, funzionano?

Fiori di Bach: funzionano o no?

I fiori di Bach vengono utilizzati da moltissime persone per trattare diversi disagi emotivi e disturbi fisici. Chi li usa sostiene di trarne grande giovamento, ma come funzionano (se funzionano) i fiori di Bach?

Cosa sono i fiori di Bach

I fiori di Bach sono rimedi naturali usati nella floriterapia, una terapia alternativa ideata nel 1930 da Edward Bach, da cui prendono il nome.

Si tratta di 38 preparazioni ottenute da altrettanti fiori singoli, più un rimedio noto come Rescue Remedy che si prepara con cinque fiori diversi. I nomi dei vari fiori non corrispondono al nome scientifico dei fiori e nemmeno a quello comune; si tratta di nomi inventati (Holly, ad esempio, è l’agrifoglio cioè l’Ilex aquifolium).

Come si preparano i fiori di Bach? Lo stesso ideatore ha dato indicazioni precise riguardo alla raccolta e alla lavorazione. Innanzitutto occorre utilizzare fiori selvatici e non coltivati, raccolti nel loro tempo balsamico.

I fiori vengono poi lasciati macerare nell’acqua per “catturarne l’energia” ma, perché tale energia venga trasmessa in modo efficace all’acqua, devono essere anche “potenziati” dal calore. A tale scopo, i fiori raccolti in estate si fanno macerare sotto i raggi del sole, mentre quelli che fioriscono in primavera si sottopongono a cottura.

Trascorso il tempo di macerazione, l’acqua viene filtrata e diluita in una miscela di 3/4 di acqua e 1/4 di alcool (in genere Brandy). Quanto diluita? La diluizione standard per l’assunzione orale è di una goccia ogni 15 millilitri di acqua e alcool. Il tutto viene trasferito in bottigliette in vetro scuro da 10 a 50 millilitri con contagocce a pipetta. La boccetta contiene quindi acqua, alcool e qualche goccia di macerato floreale.

Come si usano i fiori di Bach

Il dosaggio standard dei fiori di Bach è di 4 gocce 4 volte al giorno: una al mattino, una venti minuti prima di pranzo, una verso le 17,00 e una la sera.

Il dosaggio può però essere anche maggiore o minore a seconda dei casi, e viene protratto fino alla risoluzione del problema, per un tempo che generalmente va dai 16 ai 72 giorni.

I fiori di Bach dovrebbero essere assunti a stomaco vuoto versando le gocce sotto la lingua, trattenendole per qualche secondo in bocca prima di deglutire. In alternativa si diluiscono in un bicchiere d’acqua. I floriterapeuti sconsigliano di assumere i fiori di Bach poco prima (o poco dopo) aver bevuto caffè, consumato menta e altre sostanze.

Oltre che per l’uso orale, i fiori di Bach vengono usati anche per bagni, impacchi o anche poggiando i flaconi sui Chackra, o sistemandoli vicino al letto mentre si dorme o a circa venti centimetri da sé mentre si medita.

A cosa servono

Secondo Bach, i 38 fiori lavorano sulle energie sottili e favoriscono l’autoguarigione dalle malattie operando sugli stati mentali negativi che le accompagnano.

Questa teoria è comune a svariate terapie alternative e anche a parecchie medicine tradizionali come la medicina Ayurvedica (che è la medicina tradizionale indiana) e a quella cinese. Secondo questa teoria, che è alla base anche della floriterapia, la malattia è una manifestazione di uno squilibrio energetico: gli stati mentali negativi si ripercuotono sul corpo causando nel tempo una patologia. Di conseguenza riequilibrando le energie, si guarisce.

Per quanto riguarda i fiori di Bach, questi 38 fiori avrebbero una particolare forza naturale in grado di agire sugli stati mentali e vengono dunque consigliati per svariati problemi emotivi come: arrendevolezza, bisogno di approvazione, crisi di nervi, esaurimento, difficoltà al contatto fisico, gelosia, invidia, paure, pessimismo, sfiducia in se stessi eccetera.

Come vengono scelti i fiori di Bach

Per scegliere i fiori di Bach giusti per la propria situazione si può procedere in due modi diversi. Il primo consiste nell’ascoltarsi, nell’indagare i propri stati d’animo, sentimenti ed emozioni e scegliere i fiori in grado di riequilibrarli. Ad esempio, una persona particolarmente gelosa utilizzerà Holly, mentre chi si sente perennemente insoddisfatto sceglierà Scleranthus o Wild Oat. Ovviamente esistono svariati libri per sapere quale fiore (o quali fiori) sono i più indicati alle varie situazioni.

La seconda possibilità è quella di rivolgersi a un/una floriterapeuta. Chi è il/la floriterapeuta? Una persona che ha studiato i fiori di Bach, in autonomia o in scuole private: non esiste una qualifica “ufficiale”. Il floriterapeuta può essere un naturopata, un operatore olistico, un aromaterapeuta, un erborista; chiunque, insomma. Il floriterapeuta effettua una consulenza e sceglie i fiori di Bach che reputa indicati, anche usando dei test (la cui efficacia non è però confermata).

I fiori di Bach funzionano?

Prima di rispondere a questa domanda bisogna fare un passo indietro e capire come funzionano ad esempio i farmaci o i fitoterapici (o prodotti erboristici, anche). Farmaci e fitoterapici contengono una certa dose di uno o più principi attivi: questi principi attivi agiscono sul nostro corpo grazie a un meccanismo ben preciso (si legano a un recettore cellulare) dando luogo a una risposta.

I fiori di Bach non contengono principi attivi che si legano a recettori per generare una risposta. Il presunto potere curativo dei fiori di Bach non è dato dunque da un effetto fisiologico, bensì dalla convinzione che determinati fiori abbiano virtù guaritrici divine, in grado di restituire l’armonia tra mente e corpo. Come? Grazie a vibrazioni energetiche che entrano in risonanza con noi.

Tali vibrazioni sarebbero in grado di ristabilire l’armonia e l’equilibrio tra mente e corpo; in questo modo, si ha inizialmente un cambiamento positivo sullo stato mentale e poi su quello fisico.

Sebbene molte persone sostengano di ottenere grandi benefici dall’uso dei fiori di Bach, al momento non esistono evidenze scientifiche che ne documentino l’efficacia. Qui potremmo aprire un infinito dibattito: i fiori di Bach contengono qualcosa che ancora non conosciamo? esistono davvero energie sottili che non sappiamo misurare? Che io sappia, la risposta ad entrambe queste domande è no.

Secondo le conoscenze che abbiamo a disposizione, è molto probabile che i fiori di Bach funzionino come placebo, fenomeno che si può verificare su adulti e bambini e addirittura sugli animali. L’efficacia dei fiori di Bach potrebbe anche essere conseguenza di percorso di consapevolezza che fa emergere e modificare comportamenti disfunzionali.

Quando si hanno problemi comportamentali, psicologici, legati alla sfera emotiva, sarebbe però meglio rivolgersi a un/una psicoterapeuta, almeno a mio parere. Allo stesso modo, se si hanno disturbi fisici, ci si dovrebbe rivolgere al medico.

Cos’è l’effetto placebo

L’effetto placebo è definito come un fenomeno che si verifica quando si ottiene un beneficio assumendo una preparazione che non contiene sostanze attive: in altre parole, anche se una sostanza non contiene alcun principio attivo che va a legarsi a un qualche recettore cellulare, potremmo stare meglio.

Come è possibile? Succede per autosuggestione, cioè grazie al potere della nostra mente. Una cosa che avevamo già capito molto bene in tempi antichi è che corpo e mente sono un tutt’uno e che il benessere di uno è strettamente legato al benessere dell’altro.

Oggi siamo diventati più moderni e questo concetto viene espresso con un termine che avrai sicuramente sentito, cioè mindset, la mentalità: un atteggiamento mentale positivo ci fa indubbiamente stare meglio.

Quindi, ecco cosa succede (o potrebbe succedere): una persona si rivolge al floriterapeuta per un problema emotivo (ansia, rabbia, frustrazione eccetera) che a volte causa piccoli dolori o fastidi fisici, come mal di testa, mal di schiena, problemi digestivi, insonnia.

Il floriterapeuta entra in empatia la persona, la ascolta, parla di energie e vibrazioni, esegue dei test. La persona non capisce nulla o quasi ma si fida, e questa è la chiave. La fiducia nel terapeuta e nella “cura” è fondamentale per la buona riuscita del trattamento. Il floriterapeuta consiglia poi i rimedi e dà precise indicazioni: l’orario, l’assunzione a digiuno e lontano da certe sostanze, un numero preciso di gocce.

Questi rituali aumentano ancora di più la fiducia contribuendo a quell’atteggiamento mentale positivo che la farà stare meglio. Aggiungo che spesso si fa ricorso a queste “terapie” quando si ha un disagio emotivo che si ripercuote anche sul corpo, dunque il successo della cura è quasi assicurato perché va a lavorare sull’emotività.

Con questo non voglio dire che i fiori di Bach siano il male assoluto o che lo sia l’effetto placebo, anzi: se non si ha niente di serio, probabilmente meglio guarire con l’effetto placebo che assumere qualcosa che ha sicuramente un effetto ma che potrebbe avere anche effetti collaterali.

Controindicazioni ed effetti collaterali

Dato che i fiori di Bach non contengono di fatto nessun principio attivo – e se lo contengono è presente in percentuali davvero irrisorie – non danno effetti collaterali particolari e non hanno controindicazioni.

Effetti collaterali e controindicazioni si possono infatti verificare solo se il corpo viene a contatto con una sostanza che, in determinate quantità, provoca un’azione. Una piccola riflessione in merito: il termine farmaco deriva dal greco φάρμακον , farmakon, che significa “veleno” e anche “rimedio”. Non a caso secondo il caro Paracelso (medico e filosofo vissuto tra il 1493 e il 1541), quando si parla di rimedi medicamentosi dice che “è la dose che fa il veleno”.

Quindi, noi abbiamo un effetto benefico o collaterale in base al dosaggio di un principio attivo, che sia esso naturale o di sintesi: se il principio attivo non c’è, come si può avere un effetto benefico o collaterale?

Bibliografia