Consumi e rifiuti – la mia impronta di marzo
Questo mese, come promesso, ho misurato anche la nostra impronta ecologica, oltre ai rifiuti prodotti. Inizio da questi ultimi. A marzo abbiamo buttato via:
Umido 13,3 Kg (+ 8 Kg)
Vetro e lattine 5 Kg
Lettiera in pellet 3,7 Kg (-2,3 Kg)
Indifferenziata 1,2 Kg (- 4,8 Kg)
Carta 1 Kg (- 4 Kg)
Plastica 1 kg (- 0,8 Kg)
Tutto in calo, tranne il vetro, stabile, e l’organico che ha avuto un’impennata dovuta alle tante centrifughe, torte, verdura cruda e cotta che ho preparato e mangiato questo mese. Ne abbiamo consumata circa 40 chili, in due.
È stata abbastanza dura misurare la nostra impronta ecologica per un mese, ricordarsi di pesare tutto, segnare sulla tabella, trovare posto ad ogni cosa. Per alcune spese e consumi non c’è stato nulla da fare, ad esempio i rifiuti indifferenziati non sono misurabili; anche la raccolta differenziata non ha collocazione, eppure immagino che il riciclo abbia comunque un’impronta ecologica.
A marzo, dicevo, abbiamo consumato circa 40 chili di frutta e verdura di stagione, 10 litri tra olio, birra e vino, 4 chili di farina per preparare pizze, torte, focacce, poco caffè, pochi latticini, niente carne (anche se ho inserito le scatolette dei gatti e della cana nella sezione carne di manzo/pollo). Siamo andati al lavoro in macchina, qualche volta in treno, abbiamo fatto il bucato sette volte, abbiamo comprato pochissimo oltre al cibo. Se ci comportassimo ogni mese così, nell’arco di un anno la nostra impronta ecologica sarebbe di 3,31 ettari; 1,66 ettari a testa. L’impronta sostenibile è pari a due ettari per persona, quindi ci siamo. Ovviamente la misurazione, come dicevo anche prima, è sottostimata, poiché non tiene conto di tantissimi beni e servizi di cui ogni giorno usufruiamo; quindi aver ottenuto un valore “nella norma” non ci solleva dall’impegnarci a ridurlo ulteriormente o quantomeno a mantenerlo.
Qualche valutazione: se anziché mangiare 40 chili di frutta e verdura, ne avessimo consumati solo 5 chili e avessimo mangiato 5 chili di carne di manzo e 3 litri di latte e latticini, la nostra impronta sarebbe stata di 4,60 ettari e avremmo superato il pezzetto di terra per noi disponibile; se al posto della cane di manzo avessimo optato per pollo e pesce, saremmo arrivati a 4,70 ettari; 4,80 se avessimo raddoppiato il nostro consumo di caffè (quattro tazzine al giorno anziché due). Se avessimo adottato una dieta totalmente vegana, se non avessimo bevuto caffè e se avessimo scelto solo prodotti locali e biologici (purtroppo non è sempre possibile), avremmo consumato 2,64 ettari, 1,34 a testa. Questo per dire quanto influiscano le nostre scelte, anche quelle apparentemente irrilevanti.