Tra le cose che non avrei mai pensato di fare (e invece), devo aggiungerne una nuova: la marmellata. Oltre ad essere convinta che fosse troppo complicato, che ci volesse moltissimo tempo e che riuscire a indovinare le dosi per ottenere un risultato commestibile fosse quasi impossibile, ero molto scettica sull’utilizzo della pectina (non ho mai capito come e perché si debba usare). Il mio unico esperimento risale a diversi mesi fa e si trattava di una composta un po’ particolare che devo ancora smaltire dal giro vita, per la quale valeva la pena spendere tempo, data la golosità (pere e cioccolato fondente; chiaramente la ricetta non prevedeva la pectina).
Detto ciò, qualche giorno fa ho deciso di provare a fare una delle mie marmellate preferite e ho scoperto che è di una facilità imbarazzante, tant’è che non ho seguito nessuna ricetta e sono andata a intuito sui tempi, eppure è venuta perfetta.
900 gr di frutti di bosco
450 gr di zucchero
il succo di un limone
Ho lavato i frutti di bosco, li ho messi in una pentola con mezzo bicchiere d’acqua, ho portato ad ebollizione il tutto e ho lasciato cuocere per una decina di minuti con il fuoco al minimo mescolando di continuo (temevo attaccassero sul fondo). Dopodiché ho aggiunto il succo di limone e lo zucchero e ho continuato a cuocere mescolando per trenta/quaranta minuti. Ho travasato con un cucchiaio la marmellata bollente in tre vasetti da 250 ml, che ho poi capovolto; dopo circa un paio d’ore si è creato l’effetto sottovuoto (i vasetti devono essere pieni quasi fino all’orlo e ben chiusi perché il sottovuoto riesca).
Considerazioni e dubbi:
Credo che la proporzione tra zucchero e frutta vada bene così per ottenere l’effetto conservante.
Alcune ricette che ho trovato on-line dicevano di passare i frutti di bosco nel passaverdure prima di aggiugere limone e zucchero, ma io sono pigra quindi mi sono limitata a schiacciarli con il cucchiaio di legno contro le pareti della pentola mentre li mescolavo durante la cottura e il risultato è ottimo, quindi perché perdere tempo?
Non ho bollito i vasetti una volta pieni perché ho il terrore di romperli (e poi sono pigra, ripeto) e il sottovuoto si è creato comunque; ci sarà una ragione importantissima per la quale tale passaggio non va saltato? Spero di no.
Oltre ad essere buonissima è della giusta consistenza, quindi continuo ad avere questo atroce dubbio: a cosa serve la pectina?
8 risposte a “Confettura di frutti di bosco”
Quest’estate ho avuto un’esperienza simile alla tua: ho scoperto che fare la marmellata è una cosa relativamente semplice e veloce. Avevo tantissime prugnette gialle appena colte, le ho messe sul fuoco a pezzi grossolani, ho aggiunto poco zucchero (INTEGRALE). Le dosi non te le so dire, però era un pentolone e 4/5 cucchiai di zucchero (200 gr. ?). E’ che non mi piacciono le marmellate dolci. Ho fatto bollire i vasetti e, una volta riempiti, li ho capovolti e STOP. Mi hanno detto che così basta, senza bisogno di ribollirli. Ottimo risultato anche il mio (so della possibilità di frullare, ma appunto è una scelta, se vuoi sentire i pezzi di frutta o no). Fin’ora niente problemi anche sul lato conservazione… possiamo inaugurare le marmellate per lazy people 🙂
per fortuna i miei gusti e la mia pigrizia coincidono, nel senso che preferisco i pezzi di frutta, quindi non devo frullare nulla 😀
per quanto riguarda lo zucchero, mi sono fatta l’idea che la proporzione giusta sia metà frutta/metà zucchero, ma se dici che gelifica e si conserva anche con meno zucchero, mi fido 😛 (forse dipende anche dalla frutta utilizzata, più è zuccherina meno zucchero serve. potrebbe essere?)
a me non piacciono le marmellate troppo dolci, quindi quelle che fa mia mamma a casa sono in proporzione tipo 250-300gr di zucchero per 1kg di frutta, ma è questione di gusti…in ogni caso non ci è mai andata a male (abbiamo vasetti di due anni fa che sono ancora più buoni di prima) e non li facciamo ribollire: mamma versa la marmellata molto calda nel vasetto, chiude e capovolge. evviva i frutti di bosco!!!!
ieri ho provato a fare quella di pesche: 1 kg di pesche e 400 gr di zucchero. è venuta ed è buona, vedremo per quanto tempo si conserverà.
nel frattempo su facebook mi hanno spiegato a cosa serve la pectina: a ridurre le quantità di zucchero e i tempi di cottura. il secondo punto pare sia importante perché riducendo i tempi di cottura si perdono meno le qualità della frutta. la pectina è una sostanza contenuta nelle mele e per questo molte “marmellataie” usano inserire una mela in qualsiasi tipo di marmellata (però in realtà per ridurre notevolmente la quantità di zucchero e i tempi di cottura servirebbero tre mele, quindi si preferisce utilizzare la pectina in busta che non altera il sapore della marmellata).
se non ricordo male la pectina è contenuta nei semi di mela, quindi in teoria se non vuoi alterare il gusto della marmellata aggiungendo le mele forse basta aggiungere…i semi?
Ciao! Se la frutta ti resta troppo grossolana a fine cottura puoi semplicemente metterci il minipinner nel centro e dargli una comoda frullata (è una questione di gusti se lasciarla a pezzettoni o cremosa). In merito allo zucchero va a gusti, si consiglia sempre di metterne la metà del peso della frutta ma c’è pure chi non ne mette per nulla. Soprattutto se la frutta è senza zucchero è meglio ribollire i vasetti una volta pieni, ma fondamentale è la bollitura prima di riempirli!
Io al posto della pectina ci metto l’agar agar per fare addensare, soprattuto se noto che a fine cottura è troppo liquida.
Buona marmellata allora! un Sorriso…
tre giorni fa con quella di pesche ho fatto come consigli; dato che i pezzi di frutta erano troppo grossi, ho dato qualche colpo di minipimer e ho risolto.
all’agar agar avevo pensato anch’io, quanto ne metti?
[…] le qualità della frutta; inoltre serve molto meno zucchero. Se volete procedere nel modo classico, qui trovate la ricetta per realizzare la marmellata senza gelificanti. Il resto delle fragole, potete usarle per […]